Reiki crescita spirituale e vita quotidiana


Il reiki, la medicina energetica sono percorsi di crescita spirituale.
Spesso ci avviciniamo con l’idea di essere curati e scopriamo un nuovo mondo. Una visione della vita che abbiamo sempre sospettato esistesse e non sapevamo come contattare, come se la malattia fosse la porta per accedere ad una realtà più armonica, a misura Umana.
L’insoddisfazione che sentiamo il rifiuto per tante disarmonie che vediamo intorno a noi sono spesso specchio del nostro disagio interiore. Se questo disagio non viene ascoltato ed accolto, se l’ansia si nutre di paura e insicurezza è molto facile attirare situazioni “malate”, la disarmonia si concretizza e mina il nostro Ben - Essere.
Chi partecipa a corsi, gruppi di guarigione, chi frequenta gruppi Reiki, ambienti energeticamente elevati e con “belle persone” si sente a casa,  in un ambiente protetto che lo aiuta a percorrere il suo percorso di armonizzazione. Anche chi frequenta soltanto agli scambi Reiki o riceve trattamenti, si accorge di essere entrato in una frequenza diversa che lo fa star bene non solo a livello fisico, sente che anche che il suo spirito si sta nutrendo di buona energia.
Quanto di questo stato paradisiaco riusciamo a trasferire nella vita quotidiana, nell’ambiente di lavoro o in casa? Alimentiamo il teatrino delle personalità divise e multiple dove siamo mascherati a seconda del luogo dove ci troviamo e quali persone abbiamo intorno a noi?
Questa divisione, dove siamo diversi in ambienti diversi è un gioco del nostro Ego che che ci impedisce di assaporare appieno il percorso che stiamo facendo. E sappiamo che dare troppa importanza all’ Ego e alle sue allucinazioni non è buono!

“Il dito e la luna. Racconti zen, haiku, koan di Alejandro Jodorowsky”
riporta una interessante interpretazione di questa situazione.


Ritornare nel mondo

Un monaco buddhista chiese a Kejon:
«Come ritorna nel mondo normale un illuminato dopo aver meditato?»
Kejon rispose:
«Uno specchio rotto non riflette più nulla. I fiori caduti non torneranno più sul loro vecchio ramo.»

Una volta mi è capitato di tenere un corso in cui tutti sono caduti in trance. Avevamo fatto una meditazione profonda. Alla fine, uno mi dice:
«Quello che abbiamo vissuto è formidabile, ma adesso, quando usciremo di qui, come potremo vivere nel mondo?»
In un'altra occasione, avevo appena presentato un appassionante testo cabalistico quando uno si alza e dice:
«Tutto questo è molto bello, ma che succede quando si sta nel mondo "esterno"?»
Questo genere di domanda indica che colui che la formula non ha capito un bel niente. Significa allo stesso tempo: «II tuo insegnamento è completamente inutile. Non mi è servito a niente. Con te avanzo un pochino, ma non appena sarò uscito di qui il mondo cancellerà ogni cosa, perché non è come dici tu. Che fare dunque?».
Dicendo: «Quando uno specchio si rompe non riflette più nulla; quando i fiori cadono non torneranno più sul ramo», Kejon vuole dire: «È a te stesso che devi rivolger la domanda. Smetti di preoccuparti per il domani! Vivi l'esperienza, e poi si vedrà! Se entri profondamente nell'illuminazione, va' incontro al mondo e saprai che cosa succederà. Una volta che si è rotto lo specchio, non riflette più nulla. Una volta che si è rotto l'ego, sparisce. Quando i fiori sono caduti, non tornano più sul ramo. Stanno per terra, al loro posto. Quando sperimentiamo un cambiamento, esso ci mostra il nostro nuovo posto nel mondo».
Per imparare servono tre condizioni. La prima è che si voglia acquisire una conoscenza; la seconda è che essa si possa acquisire per poi passare a metterla in pratica, e la terza è che si accetti il cambiamento provocato da questa nuova conoscenza.
Le persone inciampano spesso su questo terzo punto. Fanno tutto ciò che serve per cambiare, ma quando arriva il cambiamento dicono: «Che succederà quando ritornerò nel mondo?».
«Ascolta! Fa' il tuo lavoro! Medita! Trova te stesso! E poi, va' nel mondo e vedrai! Non dirmi: "Sì, però..."! Fa' ciò che devi! Cerca! Vivi! Realizzati! Non mettere ostacoli alla tua realizzazione con la scusa che il mondo non possiede la bellezza che tu sai trovare dentro di te! Lascia affiorare la tua bellezza interiore e realizzati senza chiederti quello che succederà dopo o come reagirà il mondo!»
Ognuno di noi ha sempre un proprio posto nel mondo. Ci sono ovviamente posti per i pazzi e per i sadici, ma ce ne sono anche per le persone che hanno lavorato su se stesse. Esiste spazio per le persone positive, per le coppie che lavorano per creare la propria divinità, per tutti coloro che non accettano la negatività. Sapendo questo, che posti ti scegli? Io preferisco vivere e meditare su un fiore, piuttosto che su una carogna. È quello che fa il Pazzo dei Tarocchi di Marsiglia. Se guardi questa carta, lo vedrai camminare su un tappeto di fiori meravigliosi. Avanza di luogo purificato in luogo purificato e si realizza.
Se il mondo fosse totalmente, ma davvero totalmente imperfetto, non avremmo nessun termine di paragone per potercene rendere conto. Allora sarebbe perfetto. Perché l'imperfezione esista, servono dei piccoli isolotti di perfezione. Servono come confronto.
Tu, invece di avanzare di imperfezione in imperfezione e di errore in errore, cerca le falle del sistema, gli spazi di perfezione, e non avanzare se non sfruttandoli a tuo vantaggio. È così che troverai la tua vera gioia.

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