La diagnosi nelle terapie energetiche




Queste mie riflessioni nascono da esperienze passate e attuali nel campo delle terapie energetiche  come sciamanesimo,  pranoterapia, rei-ki, PNL ecc.
La conclusione che ne ho tratto è che spesso la diagnosi,  sia anche essa fatta utilizzando termini energetici e/o new-age, sia spesso controproducente per una guarigione equilibrata.
Ancora oggi frequentando gruppi di guarigione mi capita di sentire che si parla di malattia e dei suoi vari effetti con termini che derivano dalla medicina “ufficiale di stato” o di una loro traduzione in termini energetici tipici della new-age.

Il linguaggio è importante in quanto è in grado di rappresentare nella nostra mente una forma-concetto che caricata di emozione, quale può essere la Paura e il Dolore, trova realizzazione nella realtà che attiriamo e che ci da l’illusione di poter capire e controllare quanto sta accadendo alla salute nostra o degli assistiti che cercano in noi un aiuto per ritrovare il Ben - Essere.
E’ ovvio che chi sta male e ha già fatto esami medici, energetici o quant’altro, sia infarcito di medichese, e che usi termini “medici” per esprimere il suo stato di salute.

La nostra azione terapeutica inzia proprio in questo momento, con il nostro atteggiamento di accoglienza e amore dobbiamo riportare l’assistito che si è rivolto a noi ad un linguaggio più naturale che esprima quello che sente veramente a come percepisce il disagio il suo Mal - Essere. Un linguaggio che potremo definire pazientese, e che ha, stranamente, la capacità di dire veramente cosa c’è che non va.

In effetti riportare l’assistito a parlare il pazientese non è semplice, è vero che basterebbe chiedergli - come stai?- o - come va?. Siamo, però, così abituati a chiedere e sentirci chiedere questo che lo facciamo automaticamente e altrettanto automaticamente rispondiamo, e farlo ascoltando veramente è un’abilità che abbiamo momentaneamente accantonato.
Eppure è un buon modo per riportare l’assistito a contatto con se stesso, a fagli prendere coscienza del del suo Essere, del suo Ben - Essere. Diciamo che parlando il pazientese ci si rapporta di più a se stessi e si evita di delegare ad altri la gestione del nostro benessere.

Tutto questo porta con se una trappola molto pericolosa, mentre la persona che abbiamo scelto di aiutare riesce finalmente ad esprimere parti del suo vero Se, invece di starcene quieti ad ascoltare iniziamo a pensare e ci perdiamo questo piccolo miracolo che è: due parti dell’assistito che si incontrano e inconsciamente si riconoscono come UNA.
Quello che pensiamo in effetti è anche più “pericoloso” dell’atto stesso di pensare che purtroppo ci viene naturale ed impedirlo manco a parlarne.
Ci mettiamo a diagnosticare prima nella nostra mente e poi lo esterniamo e il risultato del nostro pensare non può che derivare da quanto già conosciamo e abbiamo dentro, dalla nostra formazione specifica.
Quindi il fatto che l’assistito ci dica cosa sente viene tradotto in chakra troppo chiusi o aperti, blocchi energetici, squilibrii fisici o psichici, sbagliata alimentazione, o peggio.
In pratica ci siamo messi a diagnosticare invece di permettere la guarigione e questo non è buono.

Quando si insegna ai futuri terapeuti che si avvalgono della medicina energetica per aiutare gli assistiti nel loro percorso di guarigione si è soliti dire: non potete fare diagnosi mediche. Solo i medici possono dignosticare malattie. Si rischia di essere accusati di abuso di professione medica.
Questo naturalmente ha fatto nascere tecnologie alternative, derivate dalla Medicina Tradizionale ed  Energetica, giusto per ricordarne alcune: Radioestesia diagnostica, Diagnosi dell’ Aura, Chakra Test o simili.
Tecniche validissime che, secondo la mia esperienza, possono essere limitanti per un percorso di guarigione, in special modo se abbiamo scelto di utilizzare Pranoterapia, Reiki o Sciamanesimo gnostico come metodo per favorire un processo di guarigione.


Benedetto Lavagna

Partiamo però da avvenimenti successi molti anni or sono e che mi hanno portato a sospettare che la diagnosi e la sua esternazione all’ assistito possa essere di rallentamento sul percorso di guarigione.

A quel tempo frequentavo Benedetto Lavagna, Un Guaritore, radioestesista, cromoterapeuta di Torino.
Tramite una centralina radionica/selfica a cui l’assistito si collegava poggiando i palmi delle mani, si poteva trovare la disfunzione e la cura più adatta che consisteva in stoffe colorate da posizionare in punti specifici del corpo.
Le Tavole che utilizzava per segnalare i possibili abbinamenti di colori e posizione riportavano in maniera molto sintetica alcuni disturbi.
Dal raffreddore al gonfiore dei piedi, dal mal di testa all’insonnia, ecc. Erano volutamente semplici, generiche e soprattutto in “pazientese”.
Naturalmente chi si rivolgeva a lui per otterere una cura, spesso aveva già fatto un percorso nella medicina ufficiale e a volte anche in quella tradizionale. Quando entravano nello studio e iniziavano a raccontare del loro male, sia che ne parlassero in medichese, o semplicemente parlassero di loro e di come si sentivano, erano “semplicemente” accolti.
Non venivano incoraggiati a rimanere nella loro visione della Malattia, non venivano neppure bloccati e o giudicati per quanto esprimevano; erano “semplicemente” Ascoltati.
Quando poi si arrivava al momento della terapia consigliata, l’attenzione, l’energia creativa e di guarigione dell’assistito, ma anche del terapeuta, era già molto direzionata verso la guarigione. Aveva già ripreso la giusta direzione nel suo percorso terapeutico.
A quel tempo io ero molto più interessato alla tecnica che stava alla base di questo metodo di guarigione, alla sua tecnologia e quasi non notavo l’atteggiamento terapeutico che era la Vera Medicina.


Pranoterapia guarigione spirituale

I principi su cui si basa la Pranoterapia Spirituale (per non confonderla con la pranoterapia biomagnetica) sono, come tutte le cose che “funzionano” molto semplici nella loro formulazione.

1)   l’assistito ha momentaneamente diminuito la sua capacità di trasformare l’energia Pranica Universale che lo attraversa, lo permea e lo mantiene nel Ben - Essere, non riesce, quindi, più a “nutrirsi” e a rimettere in circolo, anche esterno nuovamente quest’energia.
E’ come se non assimilasse bene il cibo e non riuscisse più a espellere gli scarti e le tossine di questo processo.

2)   Il guaritore spirituale canalizza quest’energia e permette così all’assistito di riattivare il processo che in lui si è rallentato e in più si occupa anche di aiutarlo nel processo di eliminazione delle “scorie”.

Non c’è anamnesi, diagnosi, o terapia.
C’é solo Energia e basta, nel senso che non serve altro per favorire la guarigione ma......
facendo Pranoterapia è quasi cosa normale sentire su se stessi la proiezione dei disturbi dell’assistito e questo porta spesso a distoglierci dalla nostra funzione di facilitatore dell’equilibrio per riproiettarci nel bisogno di fare diagnosi. Un bisogno che è in prima istanza, essenzialmente nostro e che diventa subito dopo un bisogno dell’assistito, in quanto lo distoglie dal processo di guarigione che è impegnativo e faticoso, per gratificarlo momentaneamente portandolo lontano da se e quindi dal male.


Diagnosi Ufficilale, Tradizionale, Energetica

Chi pratica la medicina tradizionale e/o energetica non può, per disposizione di legge, fare diagnosi utilizzando termini e/o tecnologia tipiche della medicina ufficiale a meno che non sia anche un medico abilitato.
Questo non significa che non si facciano diagnosi, al contrario, nella medicina tradizionale ed energetica le diagnosi ci sono eccome. A volte la diagnosi è addirittura profondamente connessa con la terapia.
In molti “ribelli” me compreso, il sottile  e malcelato astio contro le leggi che ci impedivano di diagnosticare e conversare con il “paziente” in medichese ci sembrava un sopruso, una limitazione della nostra libertà di gestire le terapie più adatte e eravamo certi che questo blocco impedisse al “paziente” di riappropriasi del suo diritto a curarsi come meglio preferiva.
Questo stato di cose convinse molti a ricercare nella medicina tradizionale ed energetica tecniche e termini che da un lato fossero più “bio” e armonici e che tenessero conto del paziente, e dall’ altro non fossero di “proprietà intellettuale” dalla Classe Medica Ufficiale.

radioestesia e radionica:

Forte degli insegnamenti di Lavagna e delle specializzazioni in radionica e nella costruzione di centraline per la diagnosi medica feci evolvere nella mia esperienza andando a sostituire l’indagine sugli organi con il loro corrispondente energetico e aurico.
Ascoltando il paziente, grazie anche alla conoscenza di PNL, indagavo quali squilibri ci fossero, se nell’aura ci fossero blocchi, vuoti troppo vuoti o pieni da svuotare.
Con il pendolino era facile collegare i disturbi del paziente ad una disfunzione energetica, invece che raffreddore si parlava di blocchi e di chakra.
Questo tipo di indagine era efficace, armonica e soddisfaceva abbastanza le aspettative del paziente che stufo di radiografie, che tra l’altro sapeva essere dannose, trovava la radioestesia più “bio”.
Naturalmente anche le sensazioni energetiche percepite durante i trattamenti di pranoterapia erano fonte di diagnosi, ad esempio mentre stavo facendo pranoterapia sentii un fastidio nell’ Hara seika-tanden. ma non nel mio, ma come fosse il mio.
Come fosse qualcosa di appiccicato sopra, pensai ad un blocco energetico, un chakra che gira male. La miglior terapia che mi venne in mente fu quella di prepararmi una discorso da fare alla paziente per sondare a fondo quel sentire disarmonico, magari prendere il pendolino e continuare la diagnosi energetica.
Fortunatamente, per chissà quale ragione, evitai tutto ciò e mi limitai a consigliare alla mia paziente un controllo medico al basso ventre.
Risultò poi che si trattava di un problema all’utero che si risolse rapidamente con un piccolo intervento in quanto la paziente aveva agito tempestivamente benché non accusasse ancora nessun sintomo.

Ipnosi diagnostica

Avevo fatto pace con i medici? non con tutti, sicuramente con alcuni. Alcuni amici medici avevano scoperto di avere anche un’ Anima desiderosa di evoluzione e avevano intrapreso un percorso spirituale.
Dal canto mio praticavo ipnosi per ricerca sullo sviluppo di facoltà paranormali e sulle regressioni a vite precedenti.
Esiste una branca dell’ipnosi praticata da medici come terapia e per la desensibilizzazione, una specie di anestesia senza effetti collaterali.
Perché non attuare un protocollo di diagnosi attraverso l’ipnosi?
Procedemmo su due linee parallele.
1) il medico in ipnosi profonda analizzava il paziente come se i suoi occhi e mani fossero strumenti diagnostici e poteva scegliere tra raggi x, ecografia, analisi chimiche e biopsie sempre e assolutamente virtuali e quant’altro sapesse già utilizzare nella vita reale, devo dire, con ottimi risultati.
2) il paziente in ipnosi profonda si autodiagnosticava, raccontava lo stato dei suoi organi, di dove fossero localizzati i problemi e a volte dava anche una possibile cura. Spesso ci azzeccavano e si esprimevano pure con competenza medica.
A volte il paziente stesso guidato dal medico riusciva anche a diagnosticare disfunzioni in un alto paziente.
Naturalmente quando utilizzai la stessa tecnica per diagnosi energetiche i risultati furono altrettanto strabilianti. In special modo per vedere l’aura e lo stato energetico di organi e/o chakra.


La diagnosi sciamanica

Il mio rapporto con il mondo dello spirito, con la condizione sciamanica è stato alla base della mia formazione, certo sono figlio della mia cultura e lo sciamanesimo che ho vissuto e respirato è quello dalla nostra tradizione.
Guaritori tradizionali, “Settimini”, Maghi di campagna. La nostra tradizione sciamanica.

Lo Sciamano poggia la sua capacità diagnostica sulla sua capacità di essere mediatore tra l’assistito e il mondo dello spirito.
Per lo Sciamano non esiste un paziente, bensì un “Assistito” nel senso che viene assistito nel suo percorso, condotto, guidato, piuttosto che seguito.
Lo sciamano è il facilitatore del contatto tra le varie parti dell’assistito che ritrova il percorso verso una unità personale e armonica, e questo avviene nel mondo dello spirito che combacia, grazie all’intervento sciamanico con la realtà del momento che diventa realtà terapeutica.
Lo Sciamano diagnostica trovando il nome della malattia/demone che affligge l’assistito.
La malattia/demone arriva a turbare l’equilibrio, a volte per aver infranto qualche regola sociale, a volte per aver suscitato invidie o attirato malasorte.
La diagnosi sciamanica riporta l’attenzione sulla sua resposabilità nel aver permesso la malattia, non sulla sua colpa. Mentre la colpa deprime e toglie la possibilià di reagire, la responsabilità riporta il potere nelle mani dell’assistito che seguendo i consigli dello sciamano e degli spiriti che parlano attraverso di lui ritrova l’equilibrio.
Conoscere il nome della malattia/demone significa controllarlo e trovarne il rimedio.
Così le pietre dure, grosse e taglienti che nel venire espulse provocano indicibili dolori vengono combattute dal loro opposto: L’erba Sassifraga (spaccasassi).
Nomi semplici e altrettanto semplici i nomi dei rimedi in perfetto pazientese, ma molto evocativi. Nascono direttamente dall’inconscio collettivo, dalla mente di razza umana.

La medicina ufficiale con nomi e termini tecnici, si pone lontano dalla cultura evocativa del nome del “demone della malattia” togliendo dal paziente la responsabilità e la possibilità di intervenire nel processo di guarigione e lasciandogli il senso di colpa.

I medici di famiglia, magari con un background di cultura della medicina tradizionale e attenzione per la persona e non solo per la sintomatologia, riescono meglio nel ricreare un ambiente che porti il loro assistito verso una comprensione del loro ruolo nella loro stessa guarigione. Certo è che le case farmaceutiche hanno capito che un nome evocativo è già mezza magia!!! Hanno inventato il nome commerciale CONTRAMAL!!!


La diagnosi e la legge dell’attrazione

La legge dell’attrazione funziona quando per un periodo considerevole di tempo e con uno stato di eccitazione emotiva intensa manteniamo la nostra attenzione fissa e direzionata verso un avvenimento futuro vivendolo come se si stesse già realizzando.
Se queste condizioni sono rispettate in osservanza della legge dell’attrazione otterremo quando vissuto virtualmente.
Ora capirete che queste condizioni si verificano, spesso e volentieri, quando ad un paziente viene diagnosticata una malattatia di difficile guarigione o peggio “un brutto male”.
Lo scenario che la persona si immagina e vive in se stesso, la visione e i racconti di altri malati che trova in ospedale o in giro e che attrae proprio a causa del suo stato d’animo, confermano che anche lui è ormai condannato ad un percorso di dolore e sofferenza e forse di una difficile se non impossibile guarigione. La paura e le emozioni vissute sono motore per attrarre cosa di più ha paura. Più rifiuta e combatte la malattia e più questa si rafforza. Più resiste alla malattia più la malattia persiste.

Viene naturale ora capire che quando incontriamo un assistito che abbiamo scelto di condurre su un percorso di guarigione, l’azione terapeutica che dobbiamo intraprendere, prima di ogni inutile diagnosi, è ridirezionarlo verso la guarigione ed evitatare che con una diagnosi seppur in termini energetici o peggio rafforzando le sue diagnosi/condanna rimanga voltato verso la direzione malattia.

Diagnosi universale:

La malattia non nasce dalla mancanza di Amore o dalla sensazione di non essere amati.
La Malattia nasce dall’impossibilità di dare Amore.
Dato che è impossibile insegnare ad Amare a parole, possiamo solo farlo con l’esempio: Amando!
e il REI-KI e un buon modo per farlo.

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