lunedì 5 dicembre 2011

venerdì 11 novembre 2011

I 5 TIBETANI



«I Cinque Tibetani®» sono un antico insegnamento di origine lamaista, giunto inalterato - tra storia e leggenda - sino ai nostri giorni.

Tramandati oralmente, come in numerose tradizioni religiose ed esoteriche, furono divulgati in tutto il mondo a opera di Peter Kelder, grazie al grande interesse sorto negli anni trenta sui metodi di guarigione adottati da alcune comunità di monaci Himalayani.

Negli anni ottanta approdarono in Europa, diffondendosi come “la fonte dell’eterna giovinezza” e da quel momento sono costantemente in aumento le persone che hanno adottato questa benefica pratica.
Dispensa i 5 Tibetani da scaricare e usare


lunedì 7 novembre 2011

Il Pendolo in Radiestesia


Uso del pendolino

Per pendolo radiestesico si intente un oggetto appeso ad un filo che, libero di oscillare e tenuto con la nostra mano, amplifica i segnali e vibrazioni che percepiamo e li rende visibili.
Si possono usare pendoli in cristallo, legno, metallo, plastica, ecc. il filo può essere di seta o cotone rosso, per rendere più sensibile il pendolo oppure una catenella sottile.
Nella magia popolare viene usato spesso un anello legato ad un filo o ad un capello.
Come iniziare
Impugnate il pendolo con la mano che preferite, tenendo la cordicella tra il pollice e l’indice, seduti di fronte ad un tavolo. Il pendolo deve essere a pochi centimetri dalle dita. Lasciate delicatamente scendere il pendolo verso il basso, fino a che inizierà un movimento circolare.
Fate questo più volte, serve per aumentare la sensibilità della mano ed a collegare il pendolo al vostro inconscio.
Quando, scendendo il pendolo inizia a girare in modo armonioso avete trovato la frequenza/lunghezza cordicella da usare in quel momento.
Se ora siete diventati  abili in questo, ripetete gli esercizi stando in piedi.

venerdì 4 novembre 2011

Come percepire l'aura


Esercizi per la percezione dell’aura


1° - La percezione.
Per riappropriarci della possibilità di percepire l’aura, è necessario risvegliare in noi il ricordo e l’importanza della stessa. Riabituiamo la mente a quest’idea ed eviteremo che con il filtro che la nostra mente applica, le informazioni che concernono l’aura siano accantonate.
Noi crediamo di pensare e percepire, invece semplicemente ricordiamo.
La nostra mente confronta ogni cosa percepita con il suo modello esperienziale e passa alla nostra attenzione solo quello che ritiene utile.
Tutto quello che crediamo di percepire è il ricordo dell’esperienza stessa operato dalla nostra mente, per cambiare la percezione dobbiamo cambiare il ricordo della stessa, ricordare l’esperienza concentrandoci sul particolare mancante, sull’aura che vediamo e non percepiamo e che possiamo portare a coscienza analizzando il ricordo.
Per fare questo possiamo guardare oggetti, persone, alberi, animali, quello che vogliamo e attira la nostra attenzione, poi chiudiamo gli occhi e proiettiamo nella nostra mente l’immagine completa con l’aura intorno.
Visualizziamo ad occhi chiusi un oggetto qualsiasi e immaginiamolo come se avesse un’aura.
Non sforziamoci di creare un’ aura come pensiamo che possa essere, semplicemente teniamo in mente la forma della cosa e guardiamola come se avesse un aura. Questo atteggiamento mentale serve per dire alla nostra mente: Le informazioni sull’aura ora sono per me importanti”.
Fatto più volte questo esercizio di ricordo, inizieremo ad abituarci a vedere l’aura perché quest’esperienza farà parte dei ricordi della nostra mente che non la escluderà più dalle informazioni che ci porta a coscienza.
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mercoledì 2 novembre 2011


Percezione dell’aura



Con Aura si intende quel complesso di corpi energetici e spirituali che partendo dall’interno del corpo fisico di espandono in strati e forme diverse per più di un metro dal centro.
Vista dall’esterno è una sfera ovale, un vortice luminoso fatto di energia intelligente, che si addensa sempre più fino a creare il corpo fisico.
Prima ancora di scoprire come sia possibile vedere l’aura vi voglio stupire con questa affermazione:
E’ più facile riuscire vedere l’aura che andare in bicicletta.
ecco perché:
Tutto quello che esiste ha un’aura
Percepire l’aura è una capacità comune negli animali, negli uomini primitivi e nei bambini fin dalla nascita.
Mentre per andare in bici bisogna sforzarci e fare tanta pratica, percepire l’aura è un fatto di ricordi. Dobbiamo solo ricordarci che già lo sappiamo fare e portarci la nostra attenzione.



L’Aura e le sue suddivisioni

L’AURA ETERICA
E’ il primo corpo energetico, poco più grande del corpo fisico che compenetra e ne fuoriesce, vibra a un livello più elevato di quello fisico.
Si espande di circa 5 - 8 cm dal corpo fisico ed è composto da una serie di onde luminose di un colore che va dall’azzurro chiaro al grigio. Più la persona è forte e in salute, più denso è questo corpo e di intenso argento/grigio. Qui confluiscono sensazioni fisiche, vitalità e forza. La giusta energia ed equilibrio presenti in quest’aura mantengono il vigore fisico, sessuale, serenità, e recupero psicofisico durante il  sonno.
Nell’equilibrio, accarezzamento, e pulizia dell’aura, è su questo corpo che agiamo.



L’AURA EMOTIVA
Avvolge il corpo estendendosi all’esterno per circa 10 - 13 cm. Non segue il contorno del corpo, è un’emissione di onde energetiche colorate. E’ il nucleo delle emozioni e sentimenti consci e inconsci, quanto stiamo provando e vivendo. Colori vivaci e vari sono i sentimenti armonici e felici, pensieri scuri e cupi “vedere nero” pensieri tristi e depressi. Questo corpo emotivo indica lo stato di salute, le disfunzioni che arriveranno ad addensarsi sul corpo fisico si trovano qui, già nel loro stato primario.
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lunedì 31 ottobre 2011

Purificare e programmare i cristalli


Esistono molte tecniche per purificare e programmare. Questa che voglio farvi conoscere è tra le più complete ed è molto efficace. E’, inoltre, semplice da attuare anche se ci dovete mettere un po’ di tempo e molta cura. Potete farlo per uno o più cristalli alla volta, questo dipende da quanto vi sentiti sicuri di voi stessi e dalla vostra tecnica.

I cristalli vanno purificati in maniera approfondita la prima volta che li usate, o se volete annullare ogni precedente programmazione per utilizzarli per situazioni e persone diverse.
Il cristallo ha poi bisogno di un “richiamo” energetico in cui semplicemente lo laverete sotto l’acqua corrente e gli farete un trattamento energetico per rafforzare la programmazione.
Quando fare il richiamo? Questo è dato dalla vostra sensibilità e da quanto il cristallo viene usato. Fate un richiamo, almeno ogni 21 giorni.
La programmazione è un vero atto magico in cui la focalizzazione della vostra attenzione, attiva le memorie del cristallo che diventerà attivo e indirizzato verso il risultato da voi voluto.
Il Pensiero cosciente e indirizzato per agire sulla realtà, per armonizzarsi con la struttura energetica del cristallo ha bisogno di un supporto materiale, esattamente come il gas o l’elettricità per essere fruita deve scorrere in tubi o fili metallici.
La base fisica della programmazione è data dalla tecnica della sigillazione.
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venerdì 28 ottobre 2011

Reiki, crescita spirituale e vita quotidiana




Spesso ci avviciniamo con l’idea di essere curati e scopriamo un nuovo mondo. Una visione della vita che abbiamo sempre sospettato esistesse e non sapevamo come contattare, come se la malattia fosse la porta per accedere ad una realtà più armonica, a misura Umana.

L’insoddisfazione che sentiamo il rifiuto per tante disarmonie che vediamo intorno a noi sono spesso specchio del nostro disagio interiore. Se questo disagio non viene ascoltato ed accolto, se l’ansia si nutre di paura e insicurezza è molto facile attirare situazioni “malate”, la disarmonia si concretizza e mina il nostro Ben - Essere.

Chi partecipa a corsi, gruppi di guarigione, chi frequenta gruppi Reiki, ambienti energeticamente elevati e con “belle persone” si sente a casa,  in un ambiente protetto che lo aiuta a percorrere il suo percorso di armonizzazione. Anche chi frequenta soltanto agli scambi Reiki o riceve trattamenti, si accorge di essere entrato in una frequenza diversa che lo fa star bene non solo a livello fisico, sente che anche che il suo spirito si sta nutrendo di buona energia.
Quanto di questo stato paradisiaco riusciamo a trasferire nella vita quotidiana, nell’ambiente di lavoro o in casa? Alimentiamo il teatrino delle personalità divise e multiple dove siamo mascherati a seconda del luogo dove ci troviamo e quali persone abbiamo intorno a noi?
Questa divisione, dove siamo diversi in ambienti diversi è un gioco del nostro Ego che che ci impedisce di assaporare appieno il percorso che stiamo facendo. E sappiamo che dare troppa importanza all’ Ego e alle sue allucinazioni non è buono!

“Il dito e la luna. Racconti zen, haiku, koan di Alejandro Jodorowsky”riporta una interessante interpretazione di questa situazione.

giovedì 27 ottobre 2011

Gli Oggetti terapeutici nel REI-KI


Per oggetto terapeutico si intende un qualcosa che abbia in se la capacità di aiutare l’assistito nel suo percorso di guarigione, che gli permetta di mantenere focalizzata la sua attenzione sull’Energia Universale E’ una sorta di ancora, di link, che lo tiene all’interno dell’atto terapeutico anche quando non sta ricevendo un trattamento. E’ anche molto utile quando l’assistito sta ricevendo un trattamento a distanza.
E’ la componente materiale dell’impalpabile Energia che ha imparato a riscoprire con la guida del terapeuta, il simbolo concreto che può toccare con mano del flusso invisibile di Energia Creatrice.
L’oggetto terapeutico non è indispensabile ma è estremamente utile.
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mercoledì 26 ottobre 2011

Alejandro Jodorowsky. Il dito e la luna



Gli occhi ben aperti

Un discepolo chiese al suo maestro:

«Maestro, come raggiungere l'illuminazione?»

«È molto semplice» rispose il maestro. «Per raggiungerla, devi fare esattamente quello che fai ogni mattina per far sorgere il sole.»

Perplesso, il discepolo si grattò il capo chiedendosi che cosa potesse mai fare lui per far sorgere il sole. Dopo lunga riflessione, arrivò alla conclusione che, in fondo, non faceva assolutamente nulla.

«Ma allora, a che scopo studiare la calligrafia, il karaté, il kendo, il tiro con l'arco, l'ikebana, la preparazione dei bonsai e tutto il resto?» chiese al maestro. «A che serve tutto ciò?»

«Affinché, quando il sole sorge, tu abbia realmente gli occhi ben aperti.»

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Trasformazioni dell'Energia



REI-KI PRANA

Siamo abituati dall’ esperienza fisica a percepire il Mondo come realtà solida.
Siamo stimolati dai nostri sensi interni a percepire la Realtà come un flusso di Energia/Informazione.
Tutto è Maya, la realtà che percepiamo non è che il riflesso di una più “sottile” e spirituale essenza.
I Moderni Alchimisti, scienziati della teoria del Tutto, hanno decretato che la realtà è generata da una vibrazione delle superstringhe, e che se portiamo la nostra attenzione alla realtà essa si concretizza in una apparente solidità, altrimenti rimane una vibrazione. Anzi la Vibrazione.

Noi che “curiamo con le mani” quale energia canalizziamo e/o trasformiamo?

La sintesi di molte teorie ed esperienze ha definito questo:
Esiste una energia che Tutto permea anzi è essa stessa il Tutto, è trascendente ed immanente.
Noi viviamo e siamo quest’energia, durante l’atto terapeutico canalizziamo una maggior quantità di energia per permettere all’assistito di usufruirne in misura maggiore.
Siamo come un tubo che grazie la nostra attenzione/volontà fa passare l’energia, Il tubo facendo questo si “bagna” e  l’operatore stesso utilizza quest’energia anche per se stesso.

L’Energia entra nell’Essere, crea e ricrea chakra e organi sottili ed energetici, crea e riempi tutti i possibili canali, nadi e meridiani e alla fine esce per ritornare alla Fonte.
Tutto questo percorso energetico e creazione sottile genera come se fosse un ombra, un riflesso, il corpo fisico.

lunedì 24 ottobre 2011

La diagnosi nelle terapie energetiche



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La diagnosi nelle terapie energetiche

Queste mie riflessioni nascono da esperienze passate e attuali nel campo delle terapie energetiche  come sciamanesimo,  pranoterapia, rei-ki, PNL ecc.
La conclusione che ne ho tratto è che spesso la diagnosi,  sia anche essa fatta utilizzando termini energetici e/o new-age, sia spesso controproducente per una guarigione equilibrata.
Ancora oggi frequentando gruppi di guarigione mi capita di sentire che si parla di malattia e dei suoi vari effetti con termini che derivano dalla medicina “ufficiale di stato” o di una loro traduzione in termini energetici tipici della new-age.

Il linguaggio è importante in quanto è in grado di rappresentare nella nostra mente una forma-concetto che caricata di emozione, quale può essere la Paura e il Dolore, trova realizzazione nella realtà che attiriamo e che ci da l’illusione di poter capire e controllare quanto sta accadendo alla salute nostra o degli assistiti che cercano in noi un aiuto per ritrovare il Ben - Essere.
E’ ovvio che chi sta male e ha già fatto esami medici, energetici o quant’altro, sia infarcito di medichese, e che usi termini “medici” per esprimere il suo stato di salute.

La nostra azione terapeutica inzia proprio in questo momento, con il nostro atteggiamento di accoglienza e amore dobbiamo riportare l’assistito che si è rivolto a noi ad un linguaggio più naturale che esprima quello che sente veramente a come percepisce il disagio il suo Mal - Essere. Un linguaggio che potremo definire pazientese, e che ha, stranamente, la capacità di dire veramente cosa c’è che non va.

In effetti riportare l’assistito a parlare il pazientese non è semplice, è vero che basterebbe chiedergli - come stai?- o - come va?. Siamo, però, così abituati a chiedere e sentirci chiedere questo che lo facciamo automaticamente e altrettanto automaticamente rispondiamo, e farlo ascoltando veramente è un’abilità che abbiamo momentaneamente accantonato.
Eppure è un buon modo per riportare l’assistito a contatto con se stesso, a fagli prendere coscienza del del suo Essere, del suo Ben - Essere. Diciamo che parlando il pazientese ci si rapporta di più a se stessi e si evita di delegare ad altri la gestione del nostro benessere.

Tutto questo porta con se una trappola molto pericolosa, mentre la persona che abbiamo scelto di aiutare riesce finalmente ad esprimere parti del suo vero Se, invece di starcene quieti ad ascoltare iniziamo a pensare e ci perdiamo questo piccolo miracolo che è: due parti dell’assistito che si incontrano e inconsciamente si riconoscono come UNA.
Quello che pensiamo in effetti è anche più “pericoloso” dell’atto stesso di pensare che purtroppo ci viene naturale ed impedirlo manco a parlarne.
Ci mettiamo a diagnosticare prima nella nostra mente e poi lo esterniamo e il risultato del nostro pensare non può che derivare da quanto già conosciamo e abbiamo dentro, dalla nostra formazione specifica.
Quindi il fatto che l’assistito ci dica cosa sente viene tradotto in chakra troppo chiusi o aperti, blocchi energetici, squilibrii fisici o psichici, sbagliata alimentazione, o peggio.
In pratica ci siamo messi a diagnosticare invece di permettere la guarigione e questo non è buono.

Quando si insegna ai futuri terapeuti che si avvalgono della medicina energetica per aiutare gli assistiti nel loro percorso di guarigione si è soliti dire: non potete fare diagnosi mediche. Solo i medici possono dignosticare malattie. Si rischia di essere accusati di abuso di professione medica.
Questo naturalmente ha fatto nascere tecnologie alternative, derivate dalla Medicina Tradizionale ed  Energetica, giusto per ricordarne alcune: Radioestesia diagnostica, Diagnosi dell’ Aura, Chakra Test o simili.
Tecniche validissime che, secondo la mia esperienza, possono essere limitanti per un percorso di guarigione, in special modo se abbiamo scelto di utilizzare Pranoterapia, Reiki o Sciamanesimo gnostico come metodo per favorire un processo di guarigione.


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